
Parlare di Lavoro senza oggetto del lavoro (ad esempio per un parrucchiere l’oggetto è tagliare i capelli, per un pizzaiolo è preparare una pizza, per un informatico creare un algoritmo) è come parlare di vino con una bottiglia vuota in tavola. C’è la forma, ma manca la sostanza, il contenuto!
Senza il vino non possiamo gustare sapore, profumo, emozione che ci evoca: insomma, manca tutto.
Allo stesso modo parlare di politiche per il lavoro senza oggetto è come parlare della bottiglia di vetro. Non solo manca sostanza, manca anche emozione, passione, contenuto, valore.
Da sempre esistono le politiche per il lavoro, svincolate dall’oggetto: enormi fabbriche di bottiglie di vetro. Certo si può modificarne la forma, renderla accattivante e curiosa, ma il vetro non è vino.
A noi sembra una cosa elementare e ovvia, eppure da sempre nella realtà non è così. E’ rarissimo trovare delle politiche per il lavoro o servizi per il lavoro che hanno un oggetto. Tutti i servizi rimangono generici, lavorando quindi sull’involucro.
Le politiche per il lavoro dovrebbero andare di pari passo con le politiche di sviluppo, figlie di una visione di futuro. Innanzitutto bisogna capire ‘cosa c’è da fare’ e solo dopo si organizzano i servizi per il lavoro.
Ad esempio, noi (con fatica) ci abbiamo provato qualche tempo fa: abbiamo individuato nell’economia sostenibile uno spazio enorme di lavoro (ad esempio la sola idea di riconvertire l’intero sistema produttivo ed energetico in chiave green rappresenta un’enorme quantità di lavoro), e per questo abbiamo ‘inventato’ lo Sportello Green Jobs, un luogo che forniva orientamento e consulenza di carriera gratuita a tutti coloro che volessero essere a vario titolo partecipi di tale cambiamento. E i risultati sono stati dalla nostra parte.
Ma la stessa cosa si potrebbe fare con altri macrosettori di grandi aperture di lavoro. Ad esempio:
- Uno sportello per il digitale e il web, per facilitare la riconversione al digitale
- Uno sportello per la tecnologia e l’automazione dell’industria
- Uno sportello per la salute e la qualità della vita (per i mestieri sanitari o legati al benessere psicofisico)
- Uno sportello per l’arte e la bellezza (per le professioni artistiche e creative)
- Uno sportello per l’accoglienza e la valorizzazione territoriale (per il turismo e la promozione del territorio)
Inoltre tali sportelli, essendo specialistici possono far convergere non solo persone in cerca di lavoro o orientamento, ma anche e soprattutto possono avvicinare le imprese, facilitare ecosistemi, creazione di filiere, insomma essere un punto di riferimento che rende fluido ed efficiente il tutto.
L’essere umano non inizia a lavorare (e quindi si attiva) perché pensa che deve lavorare; inizia a lavorare, attivandosi, quando vuole costruire una casa, preparare una pizza, inventare un algoritmo. Senza oggetto del lavoro manca l’attivazione, mentale in primis e poi fisica.
Quindi nel dibattito pubblico sul lavoro iniziamo a mettere il vino nelle bottiglie.