Inaugurazione Green Jobs Hub Morimondo

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Green Jobs Hub Morimondo apre le porte e si presenta alla Comunità. Nella splendida cornice del complesso dell’Abbazia di Morimondo (MI) inauguriamo il nostro spazio, primo acceleratore di ispirazione, epicentro di sostenibilità, catalizzatore di autenticità.

Proviamo a spiegarci meglio 🙂

GJH Morimondo è un grande esperimento sociale, una scommessa del tutto inedita (non esiste nulla di analogo). Ecco la nostra ricetta:

  1. Una Visione, che va nella direzione della sostenibilità e responsabilità sociale;
  2. Uno Strumento, il Lavoro, inteso come espressione dei propri valori, attitudini, potenzialità, emanazione della volontà umana verso la piena realizzazione di sé;
  3. Un Contesto, immerso nella bellezza, nella natura e nella storia;
  4. Un Aiutante (o facilitatore – Matteo), costantemente impegnato a rimuovere i blocchi che impediscono il movimento, che ostacolano il pieno raggiungimento dell’obiettivo, che limitano l’espressione di potenzialità individuali e collettive.
  5. Un Catalizzatore, l’Autenticità, che facilita la relazione, genera fiducia, e dalla contaminazione di saperi genera valore.

A chi ci rivolgiamo? A imprenditori in cerca di nuovi stimoli, manager in cerca di ispirazione, creativi in cerca di stupore, amanti della bellezza, liberi pensatori, innovatori in cerca di condivisione; chiunque sia interessato a generare impatto e cambiamento con il proprio lavoro.

Ti aspettiamo venerdì 31 maggio alle ore 18.30 presso la nostra sede in viale Roma 1 (edificio Porta del Pellegrino), Morimondo (MI).

GJHMorimondo evento 31maggio

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Soldi, soldi, soldi!

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Soldi, soldi, soldi!

Anche la canzone vincitrice di Sanremo ha nel ritornello i soldi.

Viviamo un’epoca in cui i soldi rappresentano spesso una vera e propria ossessione, al punto da confondere mezzi e fini. Già, proprio perché i soldi sono un mezzo e non un fine. Se siamo nel bel mezzo del deserto possiamo avere in tasca tutte le banconote che vogliamo ma non servono a nulla, se non abbiamo acqua moriremo comunque di sete. I soldi sono nati per semplificarci la vita: qualche secolo fa scambiare 10 mucche per 100 polli iniziava a diventare difficile fisicamente, quindi abbiamo inventato i soldi. Tutto qui, un semplice mezzo, uno strumento di comodità, nulla più.

Purtroppo alcuni secoli dopo, come lo stolto che guarda il dito e non la luna, ci siamo talmente fissati sui soldi che abbiamo iniziato a pensare che potessero essere un fine. Ma non mi voglio fermare a questo ragionamento, proverò ad andare oltre. Perché, a mio avviso, molte delle storture del sistema economico attuale, sono dettate proprio da tale fraintendimento.

Chi è concentrato sui soldi tenderà ad un atteggiamento competitivo, chi è concentrato sui fini (bisogni e desideri) ad un atteggiamento collaborativo.

Mario pensa solo ai soldi, tutta la sua vita ruota attorno a questo mantra e cerca di rincorrerli in ogni modo. Se i soldi del mondo fossero 1000 fantalire cercherà di averne il più possibile (al netto di quanti ne stampano le banche centrali); ad esempio se arriverà a possederne 100, per tutti gli altri abitanti della terra ne rimarrebbero 900. E tutti gli altri farebbero lo stesso. Quindi si genererebbe una totale competizione a possedere più soldi. E quindi nelle scelte sul lavoro, in azienda e in generale tenderà ad ottimizzare il proprio interesse.

Luigi pensa ai fini: i suoi bisogni o desideri. Ad esempio sono mangiare cibo sano e buono, vestirsi in modo elegante e rispettoso dell’ambiente, vivere in una casa bella (e magari energeticamente efficiente). Se Luigi è focalizzato sui fini è interessato al fatto che l’agricoltore che coltiva il suo cibo possa farlo nel migliore dei modi; che l’industria tessile possa lavorare in qualità e rispettando l’ambiente il più possibile (che tra l’altro è la seconda più inquinante dopo il petrolio), è interessato al fatto che l’impresa che gli ristruttura casa sia fatta da persone preparate, competenti, in modo da realizzare un ottimo lavoro. Non gli interessa spendere più soldi, alla fine ne avrà certamente meno di Mario ma avrà soddisfatto i suoi bisogni e desideri. E allora non si tirerà certamente indietro dall’aiutare questo tipo di imprese e persone: perché hanno un fine comune. Il potere del fine comune è incredibile, catalizza le energie e fa collaborare gli esseri umani. Siamo fatti così, è la nostra natura, collaborativa. Se invece il fine ultimo di tutti noi sono i soldi, per definizione iniziamo a non collaborare, anzi a rubarceli l’un l’altro. Perché non capiamo più che la ricchezza vera sta nel valore delle cose, non nel numero di banconote.

Purtroppo oggi collaboriamo poco, potremmo fare molto ma molto di più, proprio perché viviamo in una società immersa in una logica che vede nei soldi un fine. Se pensassimo che i soldi sono un mezzo e non un fine probabilmente avremmo già risolto il problema del surriscaldamento climatico, dell’inquinamento, della povertà, dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo ecc… proprio perché quando il fine diventa comune catalizza le energie collettive e si collabora. Tutto ciò fortunatamente sta accadendo, ma troppo lentamente.

Cosa si può fare? La prima cosa, molto semplice, che mi viene in mente è fare educazione nelle scuole, spiegando i semplici concetti di questo articolo, ossia che il denaro e il valore sono due cose diverse. In questo modo, gli studenti si porteranno dietro questo semplice concetto, e non rischieranno più di confondere fini e mezzi. Così come il Lavoro, che non è un fine ma un mezzo, ma qui apriamo un altro capitolo.

Matteo Plevano

Il futuro nasce dalla ricerca di senso

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Senza la ricerca di un significato siamo immobili, giochiamo in difesa nel preservare l’esistente illudendoci di non appassire giorno dopo giorno. Modelliamo la statua di cera di noi stessi: nel tentativo di creare un capolavoro ci ritroviamo un’opera bella, perfetta ma senza anima.

E allora ci circondiamo di oggetti, accessori, optional, che delineino bene il nostro status, anche se in fondo non ci interessano per davvero. Curiamo ossessivamente la nostra immagine, apparendo felici, belli, ricchi sui social.. perché la nostra intima essenza un po’ ci spaventa.

Nel lavoro può capitare di accettare compiti inutili, che non condividiamo o che a volte vanno contro i nostri valori. E in questo modo diventiamo giorno dopo giorno sempre più grigi e vuoti. Prediligiamo una mediocre sicurezza al fascino dell’imponderabile e alla meraviglia dello stupore.

Cosa ci manca per rendere il nostro lavoro denso di significato? Cosa ci manca per mettere a frutto i nostri talenti e il nostro potenziale?

La nostra risposta parte da una parola: ascolto

Qualcuno che ascolti le nostre paure, le nostre ansie e debolezze per superarle. Qualcuno che ci aiuti a delineare la rotta, unica e intima, che solo da noi può emergere.

Qualcuno che ci ascolti quando troviamo un ostacolo; spesso ci sembra insormontabile e desistiamo, ma basta una parola per cambiare le cose o lasciare il libero sfogo alle preoccupazioni perché svaniscano e si trasformino in determinazione e forza.

E poi ci serve un terreno fertile. Essere circondati da persone collaborative, che credono di farcela e si aiutano reciprocamente.

Se la visione di tali persone è comune si rema tutti nella stessa direzione e la velocità aumenta in modo esponenziale.

Infine abbiamo bisogno di bellezza, perché solo da essa possiamo generare qualcosa di bello per noi e per gli altri.

Bene. E’ solo un esperimento, ma stiamo provando a dare risposta a tutte queste domande. Si chiama Green Jobs Hub Morimondo, un acceleratore di ispirazione e la direzione si chiama sostenibilità.

Se hai la scintilla della passione negli occhi ti aspettiamo, le porte sono aperte.

 

 

Il buon orientamento

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L’orientamento è un’azione intelligente. Costa poco e produce enormi benefici, per le persone e per l’intera società.

Aiutare uno studente a capire i propri talenti o un adulto a cogliere le proprie potenzialità (e metterle in atto) è una straordinaria operazione di creazione di valore e efficientamento del sistema.

In primis perché se svolgiamo un lavoro coerente con le nostre attitudini e passioni, tendenzialmente saremo più felici; in secondo luogo perché se svolgiamo qualcosa che ci piace e che sappiamo fare bene siamo più produttivi, efficienti e la qualità del nostro lavoro aumenta.

La vera ricchezza non si misura in denaro, punti di pil, in numeri astratti su un monitor, ma in qualità della vita, in beni e servizi di qualità di cui possiamo usufruire. E tale qualità è il prodotto solo ed esclusivamente di un buon lavoro.

Un buon orientamento non fa altro che far incontrare le attitudini con le passioni, le potenzialità dell’individuo con le opportunità della società. E’ un’enorme operazione di efficienza energetica delle persone (a livello sociale) e aiuto nel perseguimento di felicità (a livello individuale).

E’ incredibile come sia fatto poco e male. A partire dalla scuola, per arrivare ai servizi per il lavoro, senza considerare i centri esclusivamente volti all’orientamento, che in Italia quasi non esistono più.

In base alla nostra esperienza l’orientamento necessita soprattutto di ascolto, elemento cardine del vivere comune che troppo spesso la società di oggi ha dimenticato.

Stiamo lavorando per voi

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Climate Strike, 15 marzo 2019: i giovani di tutto il mondo ci accusano, stiamo lasciando loro un mondo insostenibile.

Cara Greta e cari tutti, avete ragione.

Non stiamo facendo abbastanza, e in molti casi non stiamo facendo proprio nulla. E’ nostro dovere cambiare le cose e soprattutto mettervi nelle condizioni di cambiare le cose. Dare a voi la parola, ma anche cultura, competenze, opportunità.

E’ nostro dovere quindi darvi una scuola migliore, università migliori, un contesto sociale più aperto e collaborativo, dove le vostre immense potenzialità possano trovare compimento.

E’ proprio questo il punto: senza il Lavoro, espressione di potenza, frutto di intelligenza, creatività, impegno, competenza, cultura, passione non possiamo generare valore, per noi e per la società.

E noi adulti dobbiamo semplicemente creare queste condizioni, partendo dall’ascolto; smettere di correre (verso il precipizio), fermarci e ascoltare, e farlo tanto, con ognuno di voi. Solo così possiamo capire quali siano i vostri sogni, desideri, passioni; solo così possiamo pensare a come rimuovere gli ostacoli tra voi e il futuro.

 

Un cambio di passo per la sostenibilità

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Tutti, o quasi, parlano di sostenibilità e responsabilità sociale.

Ma se osserviamo la realtà vediamo che la temperatura del pianeta sta aumentando imperterrita, la gestione dei rifiuti spesso viene risolta con roghi criminali, la qualità dell’aria non migliora, continuano ad essere vendute auto inquinanti e via discorrendo.

Serve un cambio di passo, ma soprattutto serve una vera volontà di cambiamento, a livello politico e sociale. Non abbiamo molto tempo prima che i nodi vengano al pettine, con conseguenze profondamente negative.

Facciamo notare che le energie rinnovabili esistono già e non sono molto più costose di quelle tradizionali; le auto elettriche esistono già e i prezzi si stanno rapidamente abbassando; le case a consumo energetico zero o quasi sono una realtà da tempo; la tecnologia consente livelli di produttività tali da generare ricchezza per tutti, e molto altro.

Basta parlare, è necessario agire in modo deciso.

E’ necessario un cambio radicale di classe dirigente, sostituire chi porta avanti le cose in modo miope e secondo i criteri del novecento con chi è mosso da una reale volontà di cambiamento ed il desiderio di vederne il risultato entro pochi anni.

Non abbiamo ancora capito che di soldi e ricchezza non ce ne facciamo nulla se non abbiamo più acqua da bere, aria pulita da respirare e risorse per una convivenza pacifica.

Se il Lavoro è il fondamento costitutivo della società, allora è proprio da quello che dobbiamo ripartire: un lavoro sostenibile e socialmente responsabile. Non solo, dobbiamo ripartire dall’educazione, entrare nelle scuole, nelle fabbriche, negli uffici e spiegare queste cose, per un consumo consapevole frutto di conoscenza.

Abbiamo bisogno di nuovi modelli di vita, in cui sono felicità e qualità della vita di tutti la stella polare che muove l’agire umano, non forme bulimiche fini a se stesse quali il consumo, il denaro.

Noi abbiamo trent’anni e poco più, e le idee le abbiamo chiare: entro i quaranta vorremmo poter dire che tutti questi problemi siano stati solo un brutto ricordo.

Orientamento ai Green Jobs: i mattoni per costruire il futuro

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Nel corso degli ultimi 3 anni abbiamo incontrato più di 7.000 studenti delle scuole superiori grazie al progetto Green Jobs‘ di Fondazione Cariplo – Linea d’azione Orientamento (in collaborazione con Città dei Mestieri di Milano) portando informazione, ispirazione e soprattutto ascolto, per aiutare gli studenti a cogliere con consapevolezza le migliori opportunità che il cambiamento verso l’economia sostenibile può offrire.

In uno scenario che vede gli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite la rotta da seguire nei prossimi anni a livello globale, non è possibile prescindere dal ruolo dell’educazione dei giovani e dall’approccio al mondo del lavoro che essi avranno nei prossimi anni. La nostra attività si inserisce a pieno titolo in questo quadro, facendo leva su una tematica forse spesso sottovalutata e relegata a minore importanza: l’orientamento.

Innanzitutto informare gli studenti sulle opportunità, in uno scenario italiano di difficoltà occupazionale per i giovani (che vede come esempio molto rilevante il problema dei NEET), apre scenari di possibilità che prima non erano conosciuti. Secondariamente è fondamentale ispirare: attivare energia, agire su una visione di futuro positiva che possa dare linfa vitale, carica, passione. Tale energia è il combustibile necessario per la realizzazione del cambiamento, senza la quale rischia di rimanere solo un bell’auspicio. Oltre 80 testimonial aziendali (imprenditori, professionisti o lavoratori green) mossi da visione e passione per il proprio lavoro ci hanno aiutato in questo compito. Infine ascoltare, per supportare ogni studente nel capire la complessità in cui è inserito e provare a delineare una strada, la propria, unica e intima, da percorrere verso la piena realizzazione di sé come persona e lavoratore. Per questo l’orientamento basato sull’ascolto è imprescindibile per guardare ad un futuro sostenibile.  A conferma di ciò segnaliamo che ben il 63,3% degli studenti ha scelto di effettuare un colloquio individuale orientativo sul tema green.

Vi è una curiosa similitudine tra l’efficienza energetica (tema tipicamente legato alla green economy) e il lavoro svolto in questo progetto: l’efficienza energetica delle potenzialità umane, cercando di agire sulle dispersioni di energia. Se l’energia non è ben veicolata e diventa generativa e vitale, rischia di implodere in rassegnazione, sconforto, apatia, nichilismo. E’ la situazione tipica dei giovani che non studiano e non lavorano, o di adulti disillusi e insoddisfatti. Agire a livello orientativo può essere uno strumento forte per non disperdere tale energia, per incanalarla in qualcosa di vitale, che non può che giovare alla persona e all’intera società. Un’efficienza energetica, appunto, che può essere motore di progresso, in chiave sostenibile e socialmente responsabile.

Per un elevato numero di studenti questa esperienza è stata determinante nella riflessione sul proprio futuro, gli esempi sono innumerevoli: venire a conoscenza di nuove opportunità, confrontarsi con chi si sta realizzando nel proprio lavoro, rimuovere blocchi psicologici, avere un momento di riflessione con se stessi svincolato da preconcetti o fattori esterni, affrontare le proprie paure, mettersi in gioco senza il timore della sconfitta, sapere che con impegno e determinazione si possono raggiungere grandi traguardi.

A conclusione del terzo anno di attività possiamo affermare che questo progetto abbia raggiunto un buon grado di maturazione, affinato nelle sue dinamiche per arrivare all’obiettivo in modo semplice e diretto, pronto per essere esteso su scala più ampia.

Scarica la Relazione finale Progetto Green Jobs 2017-2018- Orientamento

7 modi per cambiare il mondo

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Vuoi cambiare il mondo? Tranquillo, mai come oggi è stato tanto semplice!

Non perdere tempo in inutili diatribe, eccoti 7 modi per iniziare ad agire, ora!

  1. Non sai da che parte iniziare? Per prima cosa sostituisci i prodotti e servizi che normalmente acquisti nella vita di tutti i giorni con prodotti e servizi analoghi ma sostenibili e socialmente responsabili (es. alimentari, vestiti, fornitori energia, ecc…). Così alimenterai un’economia sostenibile e socialmente responsabile. Lo spiega bene il professor Leonardo Becchetti con il concetto di ‘voto con il portafoglio’.
  2. Hai voglia di fare? Cerca un lavoro green, contribuendo con il tuo impegno quotidiano al cambiamento! Ad esempio puoi andare su Greenjobs.it oppure candidarti alle imprese di questo tipo. Un aiuto lo puoi trovare allo Sportello Green Jobs, per capire cosa Tu puoi fare nel contesto in evoluzione e dove si trovano le migliori opportunità.
  3. Hai molta voglia di fare? Benissimo, crea una tua impresa! Mai come oggi ci sono spazi per ripensare tutto ciò che esiste in chiave sostenibile e socialmente responsabile. Ti possono venire in aiuto i numerosi incubatori di imprese, ad esempio a Rovereto (TN) trovi Progetto Manifattura, interamente dedicato all’economia green.
  4. Hai già un’impresa? Se analizzi le opportunità che offre il cambiamento che è in corso verso l’economia sostenibile e socialmente responsabile puoi certamente trovare grandi spazi di mercato che si aprono. Quindi non dormire ma affrettati a cambiare!
  5. Sei ricco? Investi in imprese sostenibili e socialmente responsabili, potresti diventarlo ancora di più e al contempo cambiare il mondo. Finalmente le banche iniziano ad offrire questi strumenti finanziari. Oppure puoi sempre finanziare una bella startup o PMI green su un sito di equity crowdfunding o cercandola autonomamente.
  6. Sei un politico? Inizia facendo una cosa: tassa ciò che inquina ed è socialmente dannoso e detassa ciò che è sostenibile e socialmente responsabile. Poi tassa ciò che è fermo, improduttivo, sterile (capitali fermi, rendite di posizione, lentezze burocratiche, inefficienze, iniquità) e detassa ciò che è energico, vitale, carico di entusiasmo (impresa, lavoro, innovazione, efficienza, ricerca, futuro)
  7. Hai tanti amici? Non perdere tempo e fagli sapere che ci sono tutti questi modi per cambiare il mondo!

 

Impatto Sportello Green Jobs di Milano – 2017

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I feedback ricevuti relativi all’attività di Sportello Green Jobs di Milano nel 2017 (sviluppato con Città dei Mestieri di Milano e della Lombardia),  indicano che il 53% degli utenti in cerca di lavoro lo ha trovato entro 5 mesi dall’incontro orientativo.

Si conferma quindi la tendenza positiva riscontrata nell’edizione precedente.

L’economia sostenibile si dimostra non solo un buon auspicio per il futuro ma un fenomeno attuale che apre concrete opportunità. Inoltre la metodologia utilizzata, basata su un orientamento mirato e un’azione di empowerment si conferma come efficace, in particolare nell’attivare la persona per cogliere le opportunità. (Maggiori info)

A nostro avviso Sportello Green Jobs rappresenta un modello virtuoso di servizio pubblico per il lavoro, da potenziare e replicare in altre città.